Data dell’escursione | 16.06.2022 |
Difficoltà | T2 – Escursione di montagna, per la tratta Lago Naret – Capanna Cristallina, via Val Torta T3 – Escursione di montagna impegnativa, per la tratta Capanna Cristallina – Lago Naret, via Val del Coro |
Tipologia | circolare |
Tempistiche (senza pausa) | 6 ore |
Lunghezza | 15.3 Km |
Dislivello | + 1062 m/ – 1062 m |
Mezzi di trasporto | Questa passeggiata prevede l’ uso dell’automobile. |
Posteggio | Clicca qui Per aprire Google Maps |
Bambini | Adatta a bambini abituati a camminare, andata e ritorno via Val Torta Sconsigliata la parte della Bocchetta del lago Nero in quanto impegnativa e a tratti esposta. Abbiamo però visto famiglie con bambini arrivare dalla Funivia di Robiei, dove i percorsi sono più semplici. |
Acqua | Durante tutto il percorso non sono presenti fontane. Per i cani sono presenti ruscelli e laghetti. Per noi possibilità di rifornirsi in capanna. Meglio prevedere tanta acqua per se e per i cani (in caso i ruscelli sono in secca). |
Informazioni utili | Sconsiglio questa escursione dopo il maltempo, le pietraie diventano scivolose e sulla tratta tra il lago Nero e l’omonima bocchetta non sono esclusi smottamenti. |
Cani e Capanne Capanna Cristallina | I vostri amici a quattro zampe sono benvenuti ma non sono ammessi negli spazi comuni. Uno, massimo due cani possono restare nel locale scarponi o nella bussola d’entrata. Per favore avvisateci prima se portate con voi il vostro cane. |

Ma quanto è bello mangiarsi un bel piatto di affettato misto e formaggi in capanna?! Ancora di più in una giornata di bel tempo, sopra i 2000 metri ma soprattutto…lontanissimi dall’allerta canicola.
La capanna Cristallina è l’ennesima che dovevo assolutamente spuntare dalla mia check-list, non c’è un motivo in particolare, mi ricordo solo che quando ero piccolina (e scansafatiche) ne sentivo parlare e mi immaginavo un grande cristallo (ma va?!) lontanissimo e impossibile da raggiungere per me, che parliamoci chiaro, era tanto se facevo il giro del Lago Ritom.
Quindi forse per una questione di orgoglio o di autorealizzazione…eccoci qua!

Partiamo dalla Diga del Naret, dopo 2h di macchina, trovandola tristemente “vuota” rispetto all’autunno scorso ma con qualche nuvoletta in più di quelle che ci aspettavamo.
Saliamo subito in direzione Passo del Naret e Val Torta, dove malgrado l’altitudine il sole scotta, ne approfittiamo per fare qualche pausa acqua in più e scattare foto a tutto spiano visto il magnifico paesaggio.

Ebbene si, questa fotografia è stata scattata esattamente 17 minuti dopo quella del lago Naret, ci affacciamo alla Val Torta, dove per altro si vede il sentiero che sale dall’Alpe Cristallina, e notiamo che le nuvole arrivano, in fretta e minacciose.
Non ci sono fulmini, probabilmente è “solo” un mega acquazzone, i nostri telefoni non hanno linea e quindi qui ci si pone la domanda: andiamo avanti o torniamo indietro?!
Comincia a gocciolare, ed essendo esattamente a metà strada decidiamo di proseguire fino alla capanna, pronti a rimanerci fino ad un miglioramento del tempo.

Quindi: fuori gli impermeabili, per noi e per gli zaini, ci copriamo, pronti al peggio.
Dopo due, ma proprio due goccioline d’acqua eccole: delle chiazze di cielo blu che ci fanno riprendere un po’ di speranza e serenità (non auguro a nessuno di trovarsi in alta montagna in mezzo ad un temporale o a una tempesta, quindi immaginate il sospiro di sollievo quando abbiamo capito di aver fatto la scelta giusta).

Ed ad un tratto è di nuovo estate, tra l’ altro non era Marzo il mese pazzerello?!
Intravediamo in lontananza la capanna e lo stomaco comincia a farsi sentire, ci fermiamo giusto un attimo ad osservare due marmotte molto curiose che malgrado Lea, decidono di avvicinarsi, ci prendiamo l’ennesima pausa per immergere i piedi in un laghetto azzurrissimo e senza nome per poi ripartire.

Non manca molto, e in un attimo tra una goccia di pioggia e un raggio di sole ci troviamo a destinazione, la capanna è tutta per noi, e per una coppia che ci raggiunge poco dopo.
Visto il temporaneo cielo blu ci azzardiamo a mangiare fuori, e come da tradizione il nostro tagliere non può mancare, con tanto di sottaceti fatti in casa e formaggio d’alpe, il tutto seguito da un ottimo piatto di gnocchi burro e salvia (o gorgonzola).
Una goduria per stomaco e palato!


Con questo sole e la vista sul meraviglioso Basodino saremmo rimasti lì per tutto il pomeriggio, ma ahimè prima o poi bisogna tornare a casa, quindi dopo un buon caffè ci rimettiamo in viaggio.

Proseguiamo verso il lago Sfundau, e la capanna si fa sempre più piccola, finalmente riesco ad immortalarla con un po’ di blu attorno, e senza Lea che oggi è molto poco collaborativa e decide di voltarci le chiappette, sempre.

Qualche piccolo rimasuglio di nevaio lo troviamo ancora, ma niente di insuperabile, sempre con attenzione, perché sulla nostra destra abbiamo un bel pendio.
Il Lago Sfundau: che dire, io me ne sono innamorata, collegato tramite gallerie ad altri laghi come Zott e Robiei per creare energia idroelettrica, ha un colore grigio – verdastro che diciamolo… non invoglia a un tuffo, ma lo rende unico nel suo genere.

Superato il lago ci troviamo ad un bivio, o scendiamo a Robiei oppure saliamo a sinistra, dove arrivati alla bocchetta ci si apre un paesaggio da togliere il fiato: Il Lago Bianco, Cavagnöö, Robiei e anche il lago dello Zott.
Una mega panoramica su tutta la zona che vale la camminata.



Tratto piacevole, per occhi, gambe e mente, ce lo godiamo a fondo, smettiamo anche di parlare, fino a quando Lea, rimasta rintronata fino a quel punto si risveglia improvvisamente:

Lui (o lei), che ci ha accompagnati senza paura per un bel pezzo, secondo me anche prendendo un po’ in giro Lea che, legata al guinzaglio, non lo poteva raggiungere.

Arrivati al lago Nero la bella vista sparisce, e tutto quello che riusciamo a vedere è la temuta bocchetta, e ancora non sappiamo che il peggio arriverà dopo.
Da questo punto via i bastoni, cane assicurato al cinturone e comincia un piccolo passaggio con catene, nulla di difficile se si ha il passo sicuro, semplicemente il sentiero è molto stretto, in pendenza ed avrete bisogno delle vostre mani.

Avete in mente la bella sensazione quando dopo un punto un po’ critico, catene ed una piccolissima pietraia con tanto di nevaio, arrivate alla bocchetta e siete convinti che da li sarà tutto semplice e in discesa?! Ecco questo non è il caso.
Dalla Bocchetta del Lago Nero saliamo per qualche metro, prima di trovarci davanti un’ infinita pietraia, fortunatamente la pioggia non era passata prima.
Da questo punto fino al Passo del Sasso Nero abbiamo fatto gli stambecchi tra una roccia e l’ altra, con la stanchezza ed il caldo che si facevano sentire.

Le foto spesso non rendono l’idea come dovrebbero.
Vi assicuro che dietro di noi qualche sassolino è caduto (o forse era ancora lo stambecchino che ci faceva i dispetti) quindi credetemi quando dico che è stato un giro stratosferico, paesaggisticamente parlando una favola, ma da non prendere sotto gamba.
Arrivati alla macchina l’odore delle griglie dei campeggiatori ci invogliano ad auto invitarci per una costina, ma optiamo per una birretta più a valle, evitando i tornanti al buio.

Lea e la sua unica foto di muso, ma anche io (Arianna) e Martino vi auguriamo un’ ottima serata e ci vediamo alla prossima avventura!